AGRUMI
AGRUMI:
SETTORE NEGLETTO
Fra indifferenza e degrado,
il comparto conta i danni
E’ l’attività tradizionale dalle nostre parti: agricoltura, in
particolare agrumicoltura. La zona più agrumetata d’Italia vive,
però, le solite difficoltà di ogni anno. Arance sugli alberi,
poi in terra a marcire: perdite su perdite per migliaia di imprenditori
e famiglie che vivono di questa attività. Promesse al vento,
infatti, per gli agricoltori, che tornano ad attivarsi presso
il governo regionale per evitare l’ennesima beffa. Due gli allarmi
lanciati: dalla Cia arriva la richiesta, in una nota rivolta
ai massimi organi regionali, di un incontro urgente con il nuovo
presidente della Regione, Vincenzo Leanza, dopo oltre tre mesi
di attesa dai dieci miliardi per aiuti alimentari anticipati
dall’Aima, da attuare con un bando di acquisto di arance, promessi
con un intervento legislativo specifico dall’ex assessore all’agricoltura,
Totò Cuffaro il 20 aprile scorso, mentre dalla Coldiretti giunge
l’SOS tasse, dopo la decisione del ministero delle Politiche
Agricole di respingere la proposta dell’Ispettorato provinciale
agrario di Catania per il riconoscimento dello stato di calamità.
Il direttore regionale Carmelo Castorina si è rivolto al nuovo
governo regionale e alle forze politiche per attivare misure
urgenti per uscire dalla crisi.
“Il mancato riconoscimento dello stato di calamità -ha dichiarato
Castorina- ed i mancati benefici, quali il rinvio delle cambiali
agrarie ed il ripianamento delle passività, non consentiranno
ai produttori di pagare nè tasse, nè oneri”. La grave situazione
del comparto, a cominciare dal settore agrumicolo, torna alla
ribalta dopo mesi di manifestazioni, proteste, incontri pubblici
con i Ministri e annunci da parte del governo nazionale e di
quello regionale. Le associazioni di categoria tornano sul piede
di guerra, dopo tante promesse. “Sono stati superati i problemi
iniziali -ha continuato Castorina- relativi all’ennesimo cavillo
burocratico e così agli agrumicoltori andranno le somme stabilite
che sono di 400 lire al chilo più 30 lire al chilo per le spese
di trasporto, oltre Iva al 4% per i produttori singoli.” Mancano
però i dieci miliardi promessi dalla Regione, mentre arriveranno
nei prossimi giorni le fatture pro-forma che gli agrumicoltori
dovranno compilare per ricevere il pagamento degli agrumi ritirati
con il primo ed il terzo bando Aima.
“Le ulteriori somme da sbloccare - ha aggiunto il direttore
della Coldiretti- e per le quali ne è stata ribadita l’urgenza
nell’incontro tra la Coldiretti ed il presidente della Regione
siciliana Leanza, sono i 10 miliardi stanziati dal Governo Regionale
Siciliano nell’aprile scorso e che devono ancora ottenere l’approvazione
dell’Assemblea”. Sullo stesso tema insiste la Cia, che con il
presidente Angelo Barone, “ha sollecitato la immediata disponibilità
di queste somme e l’attivazione di anticipazioni da parte dell’Aima
cosÏ come ci era stato assicurato”. La Cia ha sottolineato,
al pari della Coldiretti, che, se non arriveranno risposte concrete,
“alla scadenza del 31/12/2000 i produttori agrumicoli non saranno
nelle condizioni di pagare alcuna scadenza”.