MENSILE D'INFORMAZIONE E DI SERVIZI - SETTEMBRE 2000


POESIA

RAFFAELE PISANI E LA
SALVAGUARDIA DEL DIALETTO

Continuano i nostri brevi incontri con l'anima poetica di Raffaele Pisani, poeta dialettale napoletano, nativo di Afragola, allievo del grande E. A. Mario e che abbiamo l'onore di avere a Catania dove vive con la sua amata Francesca.
Con Pisani, che con i suoi versi mira a far uscire la sua Napoli e la società dal degrado, abbiamo continuato il nostro piacevole dialogo sul suo amato dialetto e sul futuro della poesia ai nostri giorni.
Lei continua a lottare per la salvaguardia del dialetto...
"Sicuramente. Il dialetto, parlato non lo si scrive e solo i poeti possono salvare vocaboli che racchiudono i sentimenti, le storie, i sacrifici dei nostri nonni. Penso che esista una tradizione poetica dialettale molto radicata".
Pensa che la poesia nel Duemila possa avere ancora un ruolo predominante?
"Più ci addentriamo negli anni Duemila, alle conquiste del progresso, più la poesia assume un valore importante. E' necessario sentirsi umano, anche solo per qualche attimo e non essere coinvolto nel sistema che tutto distrugge, modifica, svilisce".
Ecco, adesso, la lirica "Io" di Raffaele Pisani per i lettori di "Box":

Io, niente.
Io
Cu ll'ammore
Padrone d' `o munno

(Tratta dalla raccolta "Stelletelle")


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