di Mauro Longo
Un settimanale di cinema annota che "La Sicilia è
il più sedotto e frequentato palcoscenico naturale
per il clima californiano e la buona professionalità
delle persone impegnate nella produzione di un film".
Effettivamente c'è nell'Isola una calata continua
di cineasti, che meraviglia la gente siciliana per il lavoro
che dà alla locale disoccupazione nel settore artistico.
Eppure questa predilezione è stata intralciata di
recente da forze oscure che non incoraggiano i cinematografari,
per l'avvenire.
E' successo, infatti, che durante le riprese di "Malena"
a Siracusa e Rosolini, la troupe del regista Giuseppe Tornatore
ha dovuto trasferirsi d'urgenza in Marocco per continuare
e finire il film, dove infatti ha persino ricostruito un
angolo di paese siciliano. Il trasferimento ha comportato
ovviamente un danno economico alla produzione, veramente
ingente, e fatto perdere altre possibilità d'impiego
alle comparse ed alle maestranze del set. Si è dovuto
inoltre provvedere ai furti dei costumi perpetrati e ai
danneggiamenti agli scenari. Incalcolabile il danno apportato
al buon nome ed alla ricezione aretusea.
"Malena" - un kolossal che continua a piacere
ed a mietere successi per la genialità del suo regista
e per l'umanità del racconto, arditamente sceneggiato
- ha impiegato un nutrito cast di attori del teatro catanese,
tra i quali hanno meritato elogi, per i ruoli di primo piano
interpretati nella vicenda: Pippo Provvidenti (il dentista
Cusumano presunto amante della desideratissima Malena, alias
Monica Bellucci), Gilberto Idonea (il verboso e tronfio
avvocato chiamato a difendere l'onorabilità della
presunta adultera), Maria Terranova (la vivace e gelosissima
moglie del dentista Cusimano), Pippo Pattavina cui è
affidata la toga del pretore per giudicare gli indiziati.
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